mercoledì 10 ottobre 2018

Review Party "Birthday Girl" di Penelope Douglas: la recensione

RECENSIONE 'BIRTHDAY GIRL', DI PENELOPE DOUGLAS


L’autrice più amata dalle lettrici italiane

Dall’autrice del bestseller Odiami come io ti amo

Cosa succede quando una ragazza si innamora proprio dell’ultimo uomo al mondo che dovrebbe desiderare? Jordan non aveva un posto in cui andare quando Pike l’ha accolta in casa. E Pike è stato sempre gentile e premuroso. Per la prima volta dopo tanto tempo, lei si è sentita al sicuro. Jordan sa bene che lui, anche se non lo dice, vuole proteggerla. Lo vede nei suoi occhi la mattina, a colazione. E quando lui rientra, la sera, Jordan sente il cuore battere più forte. Ma sa che deve smetterla di pensare a lui. Perché Pike è libero, ma lei è impegnata. Pike l’ha accolta nella sua casa, cercando di rendersi utile. Ma non poteva immaginare che le cose sarebbero diventate così complicate. Pensa continuamente a lei e ogni volta che si incrociano in corridoio rimane senza fiato. Ma non può avvicinarsi, dovrebbe togliersi quel pensiero dalla testa. Eppure più passa il tempo e più Jordan diventa parte di lui. Una parte che non sarà mai libero di amare. Non perché ha solo diciannove anni. Ma perché è la ragazza di suo figlio. 

Dall’autrice bestseller di New York Times, USA Today e Wall Street Journal.

 RECENSIONE
9/10


Ancora una volta Penelope Douglas ha colpito nel segno. Non vedevo l'ora di leggere Birthday Girl e le mie aspettative sono state di gran lunga superate dall'enorme forza narrativa di questo racconto, che mi ha trascinata in una lettura singolare e travolgente. Stavolta la penna di questa grande scrittrice si è cimentata in un romanzo davvero particolare, delicato e potente al tempo stesso, che mette in scena la storia di un legame anticonvenzionale, desiderato, pieno d'attesa, quell'attesa che può anticipare solamente le cose più belle della vita.
E ,di cose belle, la protagonista di questo libro non ha avuto modo di averne molte: una vita fatta di mancanze e sofferenze, che l’hanno portata a crescere prima del dovuto, e ha stabilizzare se stessa, a stringere legami basati sull'aiuto nel momento del bisogno, più che su un reciproco senso di appartenenza.
E' infatti questo il caso di Cole, il suo fidanzato, ex-migliore amico, che dimostra in tutto i suoi 20 anni, specialmente negli errori e nell'impossibilità di auto-gestirsi. Jordan è diversa, lei è pienamente consapevole di ciò che è giusto e sbagliato e, comportandosi sempre con grande maturità, sceglie continuamente la cosa migliore. Questo finchè non incontra Pike.

Chiudo gli occhi, faccio un respiro e come ogni giorno prego: Fa’ che domani sia meglio di oggi. Soffio, la spengo e sento quasi subito l’odore pungente del fumo che dallo stoppino si alza in aria.
È sempre lo stesso desiderio. Ogni singola candela. Ogni singola volta.

Dapprima Pike è solamente un conoscente con il quale, per la prima volta nella sua vita, scopre di riuscire a parlare a meraviglia. Fin da subito, c'è un grande feeling, che però viene stroncato da una scoperta inaspettata: Pike è il padre di Cole, il ragazzo di Jordan, che dopo l'ennesima ragazzata, Pike decide di ospitare a casa sua. Non avendo altro posto dove andare, anche Jordan si unisce, senza però rendersi conto di quanto la stretta vicinanza con Pike renderà tutto più difficile.

«Tu invece? Hai qualche idea su come vuoi che sia il tuo futuro? Matrimonio, nozze, giorno perfetto, vestito perfetto…?».
Lei sospira e beve un sorso. «Del matrimonio non m’importa niente», dice, tornando a guardare la televisione. «Voglio solo vivere».

Vivere.

Quelle parole sono un pugno nello stomaco, e non so perché.
Forse perché anche io sto ancora aspettando la mia vita.

Entrambi i protagonisti sono caratterizzati perfettamente, e un capitolo tira l'altro attraverso gli innumerevoli momenti di Pathos e coinvolgimento. Senza sbilanciarmi più del dovuto, voglio solo consigliarvi questa storia, sia che siate amanti del genere o meno, sia che amiate lo stile della Douglas o meno. Si tratta di una storia davvero bellissima, di un legame unico creato da una penna-maestra, che trascende il giusto e lo sbagliato, che segue solo il corso di un fiume inarrestabile, allegoria della vita stessa.

Per me sono 9|10!

Seguite il Review Party per leggere tutte le altre recensioni del romanzo! 





giovedì 9 agosto 2018

REVIEW PARTY 'Mai e poi mai' di Penelope Douglas, la recensione.



Buongiorno, readers! Sono tornata dalla pausa estiva con un  review party da non perdere: quello della grandissima Penelope Douglas, capace di scrivere storie mozzafiato. Stavolta, però, ha deluso un po' le mie aspettative. Curiosi? Continuate a leggere!



VOTO: 7|10

Quinn Caruthers ha parecchi problemi. Per la verità, tutti riconducibili a suo padre Jason e ai suoi tre fratelli, Jared, Madoc e Jaxon. Da sempre oppressa dal controllo degli uomini della sua famiglia, per Quinn è stato sempre impossibile spiegare finalmente le sue ali, senza che si intromettessero. Specialmente per quanto riguarda i ragazzi. Ma lei ha occhi solo per un amico di famiglia, di parecchi anni più grande, pur sapendo che la cosa potrebbe scatenare una catastrofe. Lucas Morrow è un uomo affascinante, raffinato e sicuro di sé in fatto di donne. Conoscendo i suoi fratelli, farebbe molto meglio a dimenticarlo. Anche perché sono anni che Lucas non fa ritorno in città. Quando Quinn riceve un pacco misterioso che contiene una verità in grado di sconvolgere la sua vita, sarà messa davanti a una scelta: continuare ad agire secondo il volere degli altri, o combattere per ciò che desidera veramente.

RECENSIONE

Dimenticate la trama. Questa storia, raccontata in una novella necessaria agli amanti della The Fall Away series, narra una storia che ha poco e nulla a che fare con ciò che è narrato nella sinossi. Non posso darvi dettagli in più, dopotutto si tratta di una novella di sole 200 pagine, ma posso dirvi che l'incredibile stile della Douglas non cambia mai, per fortuna.  Mentirei se dicessi che, però, la storia raccontata in queste pagine non mi abbia un po' stranita.



Pensiamo di trovarci di fronte al racconto di Quinn e Lucas ma Penelope ribalta tutte le nostre convinzioni e, in parallelismo ad un'imminente storia dedicata a loro (che spero venga scritta presto), con un espediente non super originale ci piazza un retroscena ben accurato di un'altra storia molto interessante che piacerà senz'altro ad ogni amante della Douglas e di questa serie: il racconto di Kate e Jason. Si tratta di qualcosa in grado di far capire alla co-protagonista - Quinn- cosa vuole veramente e se vale davvero la pena provare ad ottenerlo.

200 pagine che scorrono in un battibaleno, uno stile douglasiano, una storia inaspettata ma piacevole, ed un retroscena di certo necessario: questo è Mai e poi mai.
 Il mio voto è 7/10!
Continuate a seguire il BT per leggere le altre opinioni!






venerdì 13 aprile 2018

"You will be mine" & "Lie to me" di Natasha Preston: torna la regina del thriller americano

Dopo la serie The Cellar (Recensione QUI) e la serie Silence, Natasha Preston, un'autrice di thriller che adoro tanto quanto Kathryne Croft, torna a pubblicare con dei nuovi romanzi terrorizzanti e autoconclusivi. Venite a dare un'occhiata alle trame!




ROSES ARE RED

VIOLETS ARE BLUE
WATCH YOUR BACK
I'M COMING FOR YOU



Lylah and her friends can't wait to spend a night out together. Partying is the perfect way to let loose from the stress of life and school, and Lylah hopes that hitting the dance floor with Chace, her best friend, will bring them closer together. She's been crushing on him since they met. If only he thought of her the same way...


The girls are touching up their makeup and the guys are sliding on their coats when the doorbell rings. No one is there. An envelope sits on the doormat. It's an anonymous note addressed to their friend Sonny. A secret admirer? Maybe. They all laugh it off.


Except Sonny never comes home. And a new note arrives:


YOUR TURN



At nineteen, Savannah Dean escaped her family, leaving behind a note and the people who caused her so much pain.

Now, she lives on her own and keeps to herself.


At nineteen, Kent Lawson’s girlfriend betrayed him, leaving him behind with a broken heart and a whole lot of mistrust in women.
Now, he lives on his own and shares himself with nearly every pretty thing that walks by but only for one night.

When Savannah and Kent meet, they can’t stand each other.

Kent knows she’s hiding something, and he despises liars.

And Savannah has nothing but secrets.


mercoledì 11 aprile 2018

Recensione "Cobra" di Amélie: Fuoco di Russia #1

Buooongiorno, miei Readers! Lo so, ultimamente sono davvero assente:  zero spazio, zero letture veramente interessanti, zero tempo. Ma ci sono libri che il tempo te lo fanno trovare, perchè finalmente riescono a coinvolgerti a tal punto da leggerli tutto d'un fiato, dimenticando tutto il resto, e da farti venire l'irrefrenabile voglia di scrivere immediatamente ciò che pensi. E cioè che ho finalmente trovato il Signor Libro di questo particolare genere, che non mi ha mai fatto impazzire a causa di errori che qui non ho riscontrato, anzi, direi che Cobra è l'archetipo del genere dark e Amélie è la testimonianza che le autrici italiane non hanno nulla da invidiare alle autrici d'oltreoceano. Venite a leggere cosa ne penso!






RECENSIONE

Ho iniziato questo libro principalmente per due motivi: la Russia - la amo troppo- e le opinioni entusiaste dei blogger di cui mi fido. Null'altro. Non conoscevo la trama, quando l'ho scaricato sul mio e-reader, e pensavo di trovarmi di fronte alla classica sindrome di Stoccolma tanto decantata ultimamente. Mai nulla fu più sbagliato.
Cobra è una storia oscura, sì, ma anche straordinariamente piena di coraggio, resilienza, e colpi di scena. Il tutto raccontato con uno stile mozzafiato, descrizioni dettagliate e un linguaggio fluido e diretto.


Zara è la protagonista indiscussa della storia. E' ancora una bambina quando le accade una delle cose peggiori che possano capitare a qualcuno, e ha solamente 14 anni quando incontra una persona che, di lì a poco, le stravolgerà completamente la vita: Ruslan Isakov.
Senza entrare troppo nei dettagli, Zara si troverà - per mano di chi non avrebbe mai dovuto tradirla- vittima di una famiglia pericolosa, rinchiusa in un luogo maestoso e inaccessibile nella magnifica San Pietroburgo, un luogo che la porterà a conoscere i più nascosti e macabri segreti della potente famiglia russa Isakov. In particolare, sarà costretta a stabilire una sorta di rapporto con Ruslan, il diavolo travestito da angelo, che ben presto si rivelerà ben diverso dai suoi ricordi. Da questo momento, la narrazione si snoda in un intreccio di sentimenti e situazioni, passando dalla follia più pura all'odio più radicato.





Cobra è un libro che destabilizza. Destabilizza per diversi motivi: la storia, assurdamente oscura e nequitosa, le vicende crudeli che non raggiungono il paradossale ma ci si avvicinano, i sentimenti contrastanti ed incredibilmente reali che evaporano dalle pagine, lo stile semplicemente fantastico e privo di errori, la capacità di tenere incollato il lettore e, ultimi ma non ultimi, i personaggi estremamente caratterizzati e coerenti dall'inizio alla fine del romanzo. 


In questo particolare genere letterario, è straordinariamente difficile trovare la coerenza nei comportamenti dei singoli personaggi, ma Amélie è stata bravissima a correggere questo concetto e a proporlo in questo libro: infatti, in Cobra, Ruslan -il personaggio chiave ed essenziale- ha tremila maschere all'inizio del libro e ne ha altrettante al suo termine. Non vi è alcuna espiazione nè redenzione, Ruslan è un personaggio a tutto tondo, complicato, ma appartenente all’inferno fino al midollo. Il modo in cui viene descritto rende impossibile immaginare una qualsiasi sorta di cambiamento, ma ci induce a sperare che qualcosa muti, e il racconto si regge così sopra ad un filo spinato, con un lettore in bilico tra il coinvolgimento e lo sgomento. 
Ciò che più mi è piaciuto, e che in altri libri non mi è capitato di trovare, è la straordinaria forza e resilienza della protagonista. Mentre, da una parte, rimaniamo affascinati/sconvolti dal personaggio di Ruslan, Zara rappresenta invece un punto fermo, una ragazza coerente, straordinaria, riflesso vivente del detto “Ciò che non uccide, fortifica”.


Il finale è letteralmente un pugno allo stomaco, che vi farà attorcigliare le membra come durante tutta la narrazione, solo che stavolta sarà il colpo finale, totalmente inaspettato.
(Inutile dire quanto stia fremendo per il seguito)
Il mio voto è 9.5/10! 
Se volete leggere qualcosa di totalmente macabro e affascinante, con personaggi ben delineati ed estremamente reali, situazioni oscure e uno stile fluido e accattivante, questo libro fa per voi, decisamente.










lunedì 12 febbraio 2018

Recensione "L'insostenibile leggerezza dell'Essere" di Milan Kundera

Buongiorno, Readers! Oggi nuova recensione! Stavolta si tratta di un libro veramente particolare che, in questo periodo un po' pesante, è riuscito a distrarmi e a coinvolgermi veramente tanto. E' un libro che stimola la riflessione ma, allo stesso tempo, si legge con naturalezza, e forse sta proprio qui la sua straordinaria capacità comunicativa. Volete sapere cosa ne penso? Non vi resta che leggere!



"Il suo romanzo ci dimostra come nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartengono a un altro universo da quello del vivere." Italo Calvino


RECENSIONE

Einmal ist Keinmal: ciò che si verifica una volta sola, è come se non fosse accaduto mai. E' su questo proverbio tedesco che tutta la vicenda dell'Insostenibile leggerezza dell'essere prende forma. Si tratta del paradosso vitale che Kundera descrive perfettamente: la vita, esistita solo una volta soltanto, e con essa le scelte di cui è composta, è irrilevante, leggera. Ma, d'altro canto, ognuno di noi contrasta, anche inconsciamente, questa leggerezza del vivere, perché necessitiamo di darvi un senso, un significato. Vogliamo lasciare la nostra impronta - seppur piccola - su della sabbia assalita costantemente da onde.

Con questo gli voleva dire: voglio che tu sia debole, che tu sia debole come me.

Il romanzo è ambientato a Praga, verso la fine degli anni ‘60, proprio durante il periodo rocambolesco (“La primavera di Praga”) che precedette l’invasione da parte dell’Unione Sovietica. Nonostante queste premesse potrebbero inizialmente farci pensare ad un romanzo storico, si tratta, in realtà, di tutt’altro. Questa è la storia di quattro persone - Tomáš, un chirurgo, Tereza, una fotografa, Sabina, una pittrice, e Franz, un professore universitario -  e del susseguirsi delle loro vite, intrecciate tra loro, per caso e per necessità, guidate dal sottile filo misterioso dell’Amore. L’insostenibile leggerezza dell’Essere è, prima ancora di essere un romanzo che narra di comunismo e della vita politico/sociale in un contesto storico, un romanzo filosofico sull’Esistenza, l’“Essere”, e sull’Amore come mezzo per darle un significato. 

È un amore disinteressato: Tereza non vuole nulla da Karenin. Non vuole nemmeno l'amore. Non si è mai posta quelle domande che torturano le coppie umane: mi ama? Ha mai amato qualcuna più di me? Mi ama più di quanto lo ami io? Forse tutte queste domande rivolte all'amore, che lo misurano, lo indagano, lo esaminano, lo sottopongono a interrogatorio, riescono anche a distruggerlo sul nascere. Forse non siamo capaci di amare proprio perché desideriamo essere amati, vale a dire vogiamo qualcosa (l'amore) dell'altro invece di avvicinarci a lui senza pretese e volere solo la sua semplice presenza.

La vera potenza comunicativa non risiede nelle vicende, nei colpi di scena o in qualsiasi altro momento di pathos, bensì nel significato stesso delle vite dei personaggi, nei loro pensieri, e nella filosofia che trasuda dalla penna di Kundera.
La libertà, così come l’amore, nel romanzo trova posto in più contesti, quali quelli politico, sociale e amoroso. Secondo l’autore, è proprio nella libertà che risiede il significato vitale che tanto ci affanniamo a cercare. Es muss sein significa Deve Essere, ed è proprio questa assoluta necessità del trovare un senso alla vita che rende inestimabile la vita stessa, secondo Kundera. L’Essere è leggero ma allo stesso tempo insostenibile, perché abbiamo l’assoluto bisogno di trovarvi qualcosa di pesante, di significativo, per poterci sentire completi. E se questo non accade, come nella maggioranza dei casi, è nella libertà individuale che possiamo ritentare, sperando, questa volta, di farcela.

Ma davvero la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa? Il fardello più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia d'amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del corpo dell'uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l'immagine del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, tanto più la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica. Al contrario, l'assenza assoluta di un fardello fa si che l'uomo diventi più leggero dell'aria, prenda il volo verso l'alto, si allontani dalla terra, dall'essere terreno, diventi solo a metà reale e i suoi movimenti siano tanto liberi quanto privi di significato. Che cosa dobbiamo scegliere allora? La pesantezza o la leggerezza?

Per me questo romanzo è un 10|10, del tutto meritato. E' un must imperdibile della letteratura. Se l'avete letto, fatemi sapere cosa ne pensate! Presto tante nuove rubriche e nuove recensioni!






mercoledì 27 dicembre 2017

Recensione "Nuvole di fango" di Inge Schilperoord

Buongiorno a tutti, Readers! La pausa invernale|natalizia è decisamente terminata, e sono tornata con tantissime nuove recensioni. Iniziamo subito con un libro completamente inaspettato che mi ha fatto innamorare della prosa di Inge Schilperoord: "Nuvole di fango". Vi parlerò di un romanzo che tratta un tema spesso inesplorato ma affrontato e approfondito nei minimi dettagli in queste pagine. Ready?


Jonathan è un trentenne dal passato torbido al quale è concessa la libertà condizionale dopo un periodo trascorso in carcere. In attesa dell'aggiornamento del processo a suo carico, che lo vede accusato di violenza su minore, Jonathan fa ritorno dalla madre, una donna anziana e solitaria, nel villaggio di pescatori in cui è cresciuto. Qui cerca di riprendere la sua vecchia vita: è consapevole di aver superato il limite ed è sinceramente deciso a diventare una persona diversa. Ciò che più lo appaga è prendersi cura degli altri: della madre, soprattutto, ma anche del cane Milk e di una tinca che ha trovato, ferita, in un laghetto vicino casa. Il percorso di reinserimento di Jonathan prende una piega inaspettata quando una bambina, Elke, che condivide con lui la passione per la natura e gli animali, sembra cercare la sua compagnia...

RECENSIONE

In questo libro viene trattato un tema difficile. Un tema che nessuno osa mai affrontare, di cui nessuno prova a farsi carico, di cui nessuno vuole sentire il peso simile ad un macigno. Ma questa scrittrice olandese, questa psicologa, ha preso le sue conoscenze, la sua idea di una storia, una penna, ed ha creato un piccolo agghiacciante capolavoro. 

Jonathan è un uomo apparentemente simile a tutti gli altri, ma incapace di esserlo davvero. Ci sono cose che possono essere dette con tanti giri di parole, per tentare di alleviarne il peso, ma altre vanno solamente scagliate: una di queste parole è pedofilia. Jonathan è un uomo sessualmente attratto dalle bambine. Una maledizione, un tormento, che però potrebbe diventare una colpa indelebile se si scontrasse con la realtà. Il protagonista esce dal carcere dopo aver commesso un atto di cui non è ancora stato giudicato colpevole, ma noi sappiamo, senza ombra di dubbio, chi è stato. Lo sappiamo perché Jonathan organizza ogni istante della sua vita in tabelle, si ripete fino allo sfinimento le parole dello psichiatra, registra ogni suo movimento - anche innato, anche il suo semplice respiro -, aiuta l’ignara madre perché è l’unica cosa che si sente in grado di fare, e pensa, pensa sempre, pensa troppo. Pensa spesso alla psicologia, pensa di potersi controllare, pensa a darsi fiducia quando viene ad abitare vicino a lui una madre con la sua bambina - Elke - di soli 10 anni. Elke è sola al mondo, la madre è scappata dal marito e lavora tutto il giorno, ed è un’estate soffocante. All’inizio solo con l’intento di aiutare, con l’autoconvincimento di mettere in pratica la sua resistenza, di dimostrare il suo repentino cambiamento, Jonathan si avvicina a lei. Entrambi condividono la passione per gli animali, e la tinca che possiede il protagonista è malata, si nasconde sotto il fondale per cercare sollievo, e quando se ne esce trascina con sè una nuvola di fango. Elke inizia a darle da mangiare, a volerle bene, e Jonathan si convince che si stiano aiutando a vicenda, lui dandole compagnia, lei dando alla tinca - e a lui - le cure necessarie per sopravvivere. 
Ma quanto può durare? Ci può essere una redenzione totale per qualcosa di così inestricabile?



Allarga l’inquadratura, pensò, guardati da lontano. Era un altro metodo. Guarda te stesso come in un film ripreso da lontano. Ma iniziò a girargli la testa. Sentì cedere le gambe. Smettila, smettila.

È terrificante e affascinante allo stesso tempo seguire i processi mentali di un’anima corrotta e malata che lotta contro se stessa. Questo è anche un tema, come dicevo ad inizio recensione, arduo da affrontare . E questo non è un libro adatto a tutti. In questo romanzo il giudizio del lettore viene sospeso, resta in aria in ogni pagina, perché ogni pagina trascina come un uragano e non dà nemmeno il tempo per formulare un pensiero che potrebbe essere ritenuto valido sino all’epilogo. È semplicemente un’esperienza magnifica, capace di costringere il lettore a guardare le cose con altri occhi, umani quanto i suoi ma criminali, appartenenti a qualcuno che non vuole cadere in tentazione, non la volta decisiva, non quella fatale. 

 

Pensò alla ragazzina. A come parlava. Alle sue labbra. A tutte le vocali e le consonanti che nella sua bocca parevano così belle e rotonde, come ciottoli.



Jonathan è disturbante, la sua consapevolezza si scontra insistentemente con il desiderio incontrollabile, l’istinto insano, eppure lascia sempre intravedere tra le righe, nelle pieghe della sua mente, la frase: “È difficile, ma non impossibile.”
La scrittrice sa bene il significato di questa frase ed ha deciso di tramutare l’esperienza di ben 6 mesi accanto ad un pedofilo in un libro: È stato un modo per liberarmi di tutto quello che avevo ascoltato e rivissuto assieme a lui per tutto quel periodo. Avevo bisogno di raccontarlo e la cosa migliore è stata trasformare quell'orrore in un libro".



La madre doveva sapere che era successo qualcosa con quella bambina. Ma Jonathan voleva che vedesse soltanto ciò che lui era adesso, doveva vederlo per come stava diventando.

Migliore.



Durante la narrazione, e questo è un gran pregio, Inge non ci fa schierare con o contro Jonathan. Lascia a noi tutto quanto, ci toglie la possibilità di alcun giudizio, e ci cattura con la sua prosa ipnotica. 
Il finale è completamente inatteso e drammatico. “Nuvole di fango” è allegorico, avvincente, coraggioso, e fuori dall’ordinario. Per lasciarvi il piacere e la straordinaria esperienza di questa lettura, non vi dirò altro. Il mio voto è assolutamente 10/10 con lode. Non sono riuscita a scollarmi nemmeno per 10 minuti da questo romanzo. E vi garantisco che sarà la stessa cosa per voi.


domenica 29 ottobre 2017

Recensione "Non ti muovere" di Margaret Mazzantini

"Ero felice, non ci si accorge mai di esserlo, Angela, e mi chiesi perché l'assimilazione di un sentimento così benevolo ci trovi sempre impreparati, sbadati, tanto che conosciamo solo la nostalgia della felicità, o la sua perenne attesa."


Una giornata di pioggia e di uccelli che sporcano le strade, una ragazza di quindici anni che scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso l'ospedale. Lo stesso dove il padre lavora come chirurgo. È lui che racconta l'accerchiamento terribile e minuzioso del destino. Il padre in attesa, immobile nella sua casacca verde, in un salotto attiguo alla sala operatoria. E in questa attesa, gelata dal terrore di un evento estremo, quest'uomo, che da anni sembra essersi accomodato nella sua quieta esistenza di stimato professionista, di tiepido marito di una brillante giornalista, di padre distratto di un'adolescente come tante, è di colpo messo a nudo, scorticato, costretto a raccontarsi una verità straniata e violenta. Parla a sua figlia Angela, parla a se stesso. Rivela un segreto doloroso, che sembrava sbiadito dal tempo, e che invece torna vivido, lancinante di luoghi, di odori, di oscuri richiami. Con precisione chirurgica Timoteo rivela ora alla figlia gli scompensi della sua vita, del suo cuore, in un viaggio all'indietro nelle stazioni interiori di una passione amorosa che lo ha trascinato lontano dalla propria identità borghese, verso un altro se stesso disarmato e osceno.

RECENSIONE


La scena iniziale si apre con uno degli incipit più d’impatto che abbia mai letto.

Angela, una ragazza di appena 15 anni, cade dal motorino, facendo un incidente che la porterà a ritrovarsi in coma. All’ospedale, suo padre - Timoteo -, un chirurgo brillante, per la prima volta non ha nessun mezzo o strumento con cui aggiustare le cose. L’unica cosa che possiede è il tempo, il tempo del passato e della rivelazione, il tempo che tiene Angela sospesa tra la vita e la morte. E durante questo tempo, questi momenti di pazienza estrema, quest’immobilità palpabile, Timoteo racconta a sua figlia una verità sofferta, un’amara storia del suo passato, qualcosa che non ha mai osato raccontare a nessuno, neppure a se stesso.



Le racconta di quando stava con sua madre e del suo incontro con un’altra donna, Italia, grezza ed incredibilmente vera. Le narra della prima volta in cui l’ha vista, del loro amore selvaggio e a tratti non consensuale, della loro storia quasi aliena consumata tra le mura di un palazzo fatiscente. Timoteo rivela ad Angela la parte più intima e profonda di se stesso, si scopre nella sua interezza, nella sua brutalità e nella sua tenerezza.
‘Non ti muovere’ racconta la storia di un uomo e del suo viaggio dentro tante donne, la storia reale, meravigliosa e toccante di un uomo a faccia a faccia con la sua vera identità e con qualcosa capace di rovesciare ogni sua certezza.

Non so, figlia mia, dove vanno le persone che muoiono, ma so dove restano.

Ho amato alla follia ogni singola parola di questo romanzo. È uno di quei libri di cui non cambieresti neanche una virgola, scritti in modo sublime ed incomparabile, con dei protagonisti mozzafiato. Lui, un aspirante chirurgo che scopre il suo cuore appartenere ad una realtà che mai si sarebbe aspettato; lei, una donna abbattuta dalle persone e dalla vita ma che conserva un ottimismo infantile e, allo stesso tempo, un pessimismo ed una riservatezza che solo una persona lacerata potrebbe provare. E' una storia febbrile e diretta, crudele e dolce, aspra e malinconica, che ti trascina tra le pagine e non ti lascia via di scampo.

Perché la mia vita è stata tutta così, piena di piccoli segni che mi vengono a cercare.

Ho semplicemente adorato come la Mazzantini sia riuscita a creare protagonisti così pieni di sfumature, così a tutto tondo. Uno degli aspetti - dei tanti aspetti- più belli di questo libro è proprio la profondità psicologica di ciascun personaggio, in particolare il protagonista. Ogni parola svela un altro lato di lui, un altro luogo posto alla luce, e le sue riflessioni, conseguenze del comportamento suo e altrui, sono personali eppure universalmente adattabili. Sono pillole di verità, di vita reale, che spingono a riflettere.

Mi sono accanito contro il mio destino, ho lottato a piene mani contro di lui che mi scacciava dai miei sogni, mi buttava in un altro verso.


Non voglio spendere più parole del dovuto, se lo facessi rischierei di parlare troppo e di svelare un libro che deve essere vissuto in prima persona, che deve essere amato individualmente ed intimamente. Per me, questo libro si aggiudica un posto d'onore tra i migliori che abbia mai letto. Ovviamente è un 10/10 con lode. Vorrei finire questa recensione con uno dei passaggi - a mio parere - più belli del libro e che vi può dare un'idea più precisa di ciò che tutti,e dico tutti, dovrete leggere, prima o poi. Perché non potete proprio perdevi una perla simile.

Amo la naturalezza della vostra unione, la guardo con un sorriso, voi, in qualche misura, mi avete protetto da me stesso. Io non mi sono mai sentito "naturale", mi sono impegnato per esserlo, tentativi striduli, perché impegnarsi per essere naturali e già una sconfitta. Così ho accettato il modello che mi avete ritagliato nella carta velina dei vostri bisogni. Sono rimasto un ospite fisso in casa mia. Non mi sono indignato nemmeno quando in mia assenza, durante le giornate di pioggia, la cameriera ha spostato lo stenditoio con i vostri panni accanto al calorifero nel mio studio. Mi sono abituato a queste umide intrusioni senza ribellarmi. Sono rimasto sulla mia poltrona senza poter allungare troppo le gambe, ho posato il libro sulle ginocchia e mi sono fermato a guardare la vostra biancheria. Ho trovato in quei panni umidi una compagnia che forse superava quella delle vostre persone, perché in quelle trame sottili e candide io catturavo il profumo fraterno della nostalgia, di voi, certo, ma soprattutto di me stesso, della mia latitanza. Lo so, Angela, per troppi anni i miei baci, i miei abbracci sono stati goffi, stentati. Ogni volta che ti ho stretta, ho sentito il tuo corpo scosso da un fremito d'impazienza, se non addirittura di disagio. Non ti ci ritrovavi, ecco tutto. Ti è bastato sapere che c'ero, guardarmi in lontananza, come un viaggiatore appeso al finestrino di un altro treno, scialbato da un vetro. Sei una ragazza sensibile e solare, ma di colpo il tuo umore cambia, diventi rabbiosa, cieca. Ho sempre avuto il sospetto che questa ira misteriosa, dalla quale riaffiori sconcertata e un po' triste, ti sia cresciuta dentro per causa mia.
Angela, a ridosso della tua schiena incolpevole c'è una sedia vuota. Dentro di me c'è una sedia vuota. Io la guardo, guardo la spalliera, le gambe, e aspetto, e mi sembra di ascoltare qualcosa. È il rumore della speranza. Lo conosco, l'ho udito affannarsi nel fondo dei corpi e affiorare negli occhi delle miriadi di pazienti che ho avuto davanti, l'ho sentito fermarsi in stallo tra le mura della sala operatoria, ogni volta che ho mosso le mie mani per decidere il corso di una vita. So esattamente di cosa m'illudo. Nei grani di questo pavimento che ora si muovono lenti come fuliggine, come ombre morenti, m'illudo che quella sedia vuota si riempia anche per un solo lampo di una donna, non del suo corpo, no, ma della sua pietà. Vedo due scarpe décolletées color vino, due gambe senza calze, una fronte troppo alta. E lei è già davanti a me per ricordarmi che sono un untore, un uomo che segna senza cautela la fronte di chi ama. Tu non la conosci, è passata nella mia vita quando ancora non c'eri, è passata ma ha lasciato un'impronta fossile. Voglio raggiungerti, Angela, in quel limbo di tubi dove ti sei coricata, dove il craniotomo scassinerà la tua testa, per raccontarti di questa donna.




giovedì 12 ottobre 2017

Anteprima "Ragazze Elettriche": la disturbante e attuale distopia di Naomi Alderman

Buongiorno a tutti, cari Readers! Oggi sono qui con un'anteprima mozzafiato, riguardante il libro vincitore del Baileys Women's Prize 2017: Ragazze Elettriche di Naomi Alderman, un romanzo distopico edito dalla casa editrice Nottetempo che ci presenta una realtà futura in cui le ragazze hanno sviluppato un'energia elettrica capace di fulminare chiunque cerchi di molestarle. E' così che avviene un veloce e radicale ribaltamento delle gerarchie, e il potere è tutto - per la prima volta - nelle mani delle donne. La diffusione di questa scintilla inaspettata porta ad un'evoluzione degli eventi davvero spaventosa, e si precipita nella depravazione. Ora le donne fanno tutto quello che prima avevano fatto gli uomini: seviziano, distruggono ed uccidono. Con Ragazze Elettriche, Alderman porta in scena una distopia attuale e disturbante che tratta dell'abuso di potere onnipresente negli umani, al di là del sesso e del razza.





In questo romanzo visionario dai toni fantascientifici, Naomi Alderman costruisce una perturbante distopia che è anche una parabola sul potere e sulle sue perversioni. In un tempo imprecisato ma molto vicino al nostro presente, nel mondo comincia all'improvviso a verificarsi uno strano fenomeno: prima le ragazze, e poi le donne in generale, sviluppano la capacità di infliggere dolore e morte tramite scariche elettriche emanate dalle loro mani e attivate da una misteriosa "matassa" collocata sulle clavicole. Si innesca cosi un'inedita gerarchia di potere - in cui gli uomini sono ridotti in schiavitù, seviziati e uccisi - che è anche un'imprevista evoluzione dei rapporti tra i sessi e l'impulso a un nuovo ordine globale, con esiti inarrestabili e catastrofici. "Ragazze elettriche" scompagina il racconto del futuro prossimo e penetra nelle vene della crudeltà che abita ineludibilmente, come uno stigma, la conquista e l'esercizio del potere.

domenica 8 ottobre 2017

Anteprima HIDEAWAY di Penelope Douglas: Devil's Night 2

Buongiorno a tutti, cari Readers! I'm back! Lo so, lo dico sempre, ma ultimamente il tempo, per me, scarseggia a dir poco e so che non riuscirò mai ad essere regolare con la pubblicazione dei post. Nonostante questo, non voglio nemmeno trascurare questo angolino letterario; quindi eccomi qua con un post tutto dedicato alla nuova uscita della mia amata Penelope Douglas, che ha rilasciato proprio qualche giorno fa il secondo volume della serie Devil's Night., "Hideaway". Il primo romanzo, CORRUPT, è stato un esperimento particolare ed inaspettato che mi ha convinta solo al 50%. Sono veramente curiosa di leggere il seguito e scoprire cosa diavolo si sarà inventata Penelope stavolta.  Venite a leggere la storia di Kai e del dodicesimo piano di un hotel misterioso...




2/09/2017

TRAMA TRADOTTA DA ME


Banks


Sepolto nelle ombre della città, c’è un hotel chiamato The Pope Ailing – vuoto, oscuro e abbandonato- circondato da un mistero dimenticato.
Ma tu pensi che sia vero, non è così, Kai Mori?
La storia del dodicesimo piano nascosto.
L'ospite fantasma, che non è mai stato registrato e non è mai stato controllato.
Pensi che possa aiutarti a trovare quel nascondiglio segreto e arrivare a lui, vero?
Tu e i tuoi amici potete provare a spaventarmi.
Puoi provare a mettermi alle strette.
Perché anche se mi sforzo di nascondere tutto quello che sento quando mi guardi – e l’ho sempre fatto da quando sono una ragazza- io so che quello che cerchi è molto più vicino di quanto tu creda.
Non lo tradirò mai.
Quindi, guardati alle spalle.
Durante notte del diavolo, sarete voi le prede.

Kai

Non hai idea di cosa cerco, piccola. Non sai come sono dovuto cambiare per sopravvivere a tre anni di carcere, dopo aver commesso un crimine che commetterei di nuovo volentieri.
Nessuno può sapere in cosa mi sono trasformato.
Io voglio quell’albergo, voglio trovare lui e voglio che tutto questo finisca.
Voglio indietro la mia vita.
Ma, più ti sto vicino, più mi rendo conto che questo nuovo io è esattamente quello che ero destinato a essere.
Quindi andiamo, piccola. Non aver paura.
La mia casa è sulla collina.
Ci sono tanti modi per entrarci, poi tocca a te trovare una via d’uscita.
Ho visto il tuo nascondiglio. E' arrivato il momento di vedere il mio.