mercoledì 12 aprile 2017

Recensione "Dannate Ragazze" di Robin Wasserman

Impossibile non vederle, non ricordare com'era quando era così. Starsene sedute lì a rabbrividire mentre il sole si abbassa sull'orizzonte e il vento soffia freddo sopra le onde, mente il cielo arde rosso e l'oscurità si addensa intorno alle ragazze, ignare che resta pochissimo tempo prima che il fuoco si spenga. Ricorda come era bella la sensazione di bruciare.


VOTO: 9|10

Novembre 1991. La notte di Halloween Craig Ellison, star della squadra di basket della scuola superiore di Battle Creek, si avventura nel bosco da solo e scompare. Tre giorni dopo lo ritrovano con una pallottola in testa e una pistola in mano, e quel gesto all'apparenza inspiegabile sconvolge profondamente i membri di quella tranquilla cittadina della Pennsylvania, già turbati da voci inquietanti sulla presenza di sette sataniche nella zona. Hannah Dexter, diciassettenne brillante ma solitaria, incontra Lacey Champlain poco tempo dopo la tragedia. Capelli nerissimi e una passione per Kurt Cobain che sfiora l'ossessione, Lacey è una ragazza carismatica e dal fascino perverso che si insinua nella vita e nella mente dell'impressionabile Dex, plasmandone il carattere a propria immagine e somiglianza fino a risvegliare una parte ribelle e oscura di lei che le trascina in una spirale di violenza sempre più febbrile e pericolosa.


RECENSIONE


Dannate Ragazze è viscerale e potente. A metà tra un thriller di altissimo livello e un romanzo di -falsa- formazione, Girls on fire si snoda in una narrazione a doppie e triple voci, quasi come un romanzo corale, ma ce n'è una che spicca su tutte le altre, compresa quella della protagonista: quella di Lacey. Lei è oscura, pericolosa, curiosa, e capace di soggiogare con la sua sola presenza. Eppure, nei suoi scritti, svela a Dex -a poco a poco- la sua anima, le sue colpe, le sue omissioni, ed il perdono che non avrà mai. 


Saremmo state orfane; saremmo state fantasmi. Saremmo svanite dal mondo ordinario per entrare in un universo di nostra creazione. Saremmo state selvagge. Saremmo state libere. 
Fu quella la promessa che ci facemmo a vicenda e, nonostante tutto, l'avremmo mantenuta.


Dex è la seconda voce più importante del romanzo. Nonostante sia la protagonista, l'autrice ha deciso di sfidare ogni regola e di metterla in secondo piano: lei non è un fine, è un mezzo. E se leggerete questo libro capirete perché.
Ci sono due Dex: quella prima di Lacey, Hannah, e quella dopo. Quella prima di Lacey è una ragazza in una teca di cristallo, ordinaria, quasi banale, quasi insignificante. Quella dopo è diversa. Quella Dex, dopo aver toccato le fiamme più ardenti, decide di buttarci tutta se stessa.


Lacey attira Dex come una calamita, come una forza gravitazionale alla quale è scientificamente impossibile resistere, e le due diventano amiche per la pelle, e forse anche per la morte. Sono semplicemente unite, simili da quando Dex è stata plasmata, da quando è cambiata.


Ciò che fa Lacey, è Dex a farlo. Ciò che fa Dex, è Lacey a farlo. Per questo l'autrice cerca di mettere in evidenza quanto il condizionamento possa trasformare una persona: le azioni non appartengono più ad un solo individuo, ma sono condivise. 
E, procedendo con la narrazione, diventerà facile intuire quanto.



È stata una lettura difficile. Difficile perché sono state 400 o più pagine di estremo coinvolgimento e, allo stesso tempo, ribrezzo. Lo stile aulico e diretto della scrittrice fa scorrere le pagine come acqua, e certe parti, terribilmente macabre e perverse - come solo un film horror sarebbe in grado di mettere in scena - diventano reali e tangibili con la potenza delle parole. 


Alla fine del libro, ero con il cuore a mille. Non solo perché la parte thriller è stata gestita magistralmente, ma anche perché il finale mi ha lasciata senza fiato. Un finale che non è un lieto fine, non lo è per niente, ma che lascia la gola riarsa e lo sconvolgimento dipinto negli occhi. 

Non è un libro che consiglierei a tutti. È uno spaccato d'adolescenza, non quella comune, ma quella di due ragazze mostruosamente reali, che hanno trovato le tenebre più oscure e ne sono rimaste ammaliate.
È un romanzo che narra di quanto una ragazza sia diventata lei stessa oscurità, e quanto un'altra ragazza non sia riuscita a ritornare sui suoi passi, a risalire dal baratro, a scegliere.
Racconta di quel momento in cui quella ragazza una scelta l'ha avuta, ma ha fatto quella sbagliata; quindi è costretta a rimanere incatenata per sempre  nella propria ombra, convinta di aver preso la decisione migliore.

Tre ragazze andarono nel bosco; solo due tornarono. Sembra l'inizio di una barzelletta o di un indovinello. Ma era solo, e sarebbe sempre stato, il resto della nostra vita.

Non consiglio questo libro a tutti. È più di uno YA, più di un thriller, più di un macabro romanzo noir, più di tutto. Va capito, interpretato, compreso fino in fondo. Quindi, consiglio questo romanzo a chi vuole leggere qualcosa di forte, quasi lacerante, capace di scuotere anche gli stomachi di ferro e i cuori di ghiaccio. 

Il mio voto è 9/10! È stata senz'altro una delle migliori letture di quest'anno.






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